Come funziona la psicoterapia?

Evidenze scientifiche degli effetti benefici sul cervello
Durante le scorse decadi, si è ampiamente dimostrato che tutti i processi mentali derivano da meccanismi cerebrali (Kandel, 1998).
Questo implica che ogni cambiamento nei nostri processi psicologici si riflette in cambiamenti nelle funzioni o strutture del cervello. Tale asserzione non propone una visione riduzionista, poiché è chiaro che la nostra esperienza soggettiva influenza il cervello (Gabbard, 2000), ma mostra la potenzialità dell'indagine dei correlati cerebrali dell'esperienza psico-patologica e del trattamento psicoterapico.
Sebbene ancora preliminari, gli studi condotti con risonanza magnetica funzionale, mirano a misurare i cambiamenti prodotti dalla psicoterapia e, nel futuro, giungeranno a una più definita comprensione di come tali terapie funzionano. Linden (2006) e Karlsson (2011) hanno effettuato una raccolta e disamina degli studi effettuati fino ad ora sui cambiamenti prodotti dal trattamento di specifici disturbi mentali sui meccanismi cerebrali.
Nei pazienti con panico e Disturbi di Ansia si è rilevata una deattivazione frontale e una iperattivazione dell'amigdala e dell'ippocampo che dopo la psicoterapia risultano normalizzate (Beutel et al., 2010; Furmark et al., 2002; Stein et al., 2002; Birbaumer et al., 1998). Parallelamente, il trattamento psicoterapeutico del Disturbo Ossessivo-Compulsivo riduce l'attività nel caudato destro, che in presenza di questa sintomatologia è incrementata in modo anomalo (Nakatani et al., 2003; Schwartz et al., 1996; Baxter et al., 1992).
Inoltre, altri studi riportano una correlazione tra l'attività del caudato, della corteccia fronto-occipitale e del talamo prima del trattamento, la quale sarebbe in sintonia con i recenti modelli patofisiologici del Disturbo Ossessivo-Compulsivo (Saxena et al., 1998; Schwartz, 1998).
Nel caso del Disturbo Depressivo Maggiore sembra che la risposta alla psicoterapia sia associata all'aumento nel metabolismo nell'ippocampo e nel cingolato dorsale e alla diminuzione nella corteccia dorsale, ventrale e frontale mediale (Goldapple et al., 2004), anche se non tutti gli studi convergono su questi risultati. Nel complesso, la risonanza magnetica funzionale risulta un promettente strumento d'indagine dei cambiamenti nel cervello indotti dalla psicoterapia. Questo non solo giungerà a fornire una base biologica all'efficacia della psicoterapia, rilevando il cambiamento nei circuiti e nelle aree cerebrali, ma contribuirà anche a spiegare i meccanismi neurali globali.
Tale prospettiva risulta estremamente affascinante.

allegato : "How Psychotherapy Changes the Brain"

allegato : "How Psychotherapy Changes the Brain the contribution of functional neuroimaging"

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Dott.ssa Giovanna Susca, psicologa e psicoterapeuta
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